Messaggio del Fuoco

Il messaggio è stato chiaro.

Una parte dell’umanità ha concentrato talmente tanto l’attenzione sugli stessi pensieri viziosi, rivolti verso la paura, la menzogna reiterata e addobbata da verità assoluta poiché condivisa dai più, l’attaccamento verso strumenti elettrici utili ma spesso veicoli di cattive azioni, svolte senza coscienza degli effetti, che alla fine di questi giorni, al centro esatto del presente collettivo, ci si rende conto che quell’umanità ha ceduto il proprio potere, il proprio fuoco interiore, in cambio di un ideale fasullo di progresso in cui ogni finto sè recita la parte di chi non può ammettere di essere nel lato oscuro del racconto.

Come rulli di tamburi provenienti da epoche lontane, la natura manifesta la propria eterna onnipervadenza attraverso eventi che in una visione universale sono funzionali per ristabilire un proprio ordine delle cose, ma che l’uomo concentrato unicamente su una visione temporale dell’esistenza, considera catastrofico ed esterno al proprio agire, e così in questa estate del 2021 i suoni dei tamburi del tempo riecheggiano tra ondate di siccità e il gelo arrivato a Luglio in Brasile, mettendo a rischio ciò che gravita attorno alla produzione di caffè; disboscamento ed un uragano hanno causato un’inondazione che a Giugno ha colpito le aree abitate attorno a Kiev in Ucraina; numerose dighe in Estremo Oriente sono prossime all’esondazione.

A cosa diamo attenzione? E’ utile chiederci cosa avremmo potuto fare per impedirlo? E’ utile trovare un capro espiatorio a cui affibbiare tutte le responsabilità? O decidiamo invece di vivere nella consapevolezza e nella responsabilità reciproca? Vogliamo davvero divenire coloro che si prestano all’Opera di Insieme? Vogliamo che quest’Opera sia di sollievo a chi ha vissuto eventi tragici? Oppure troviamo lo slancio per proporre una visione evolutiva ed armonica?

Il Megafono di FelicitasMundi oggi racconta della Sardegna, mentre sullo sfondo ancora divampano i fuochi di fine Luglio, mentre l’isola è ancora in lutto per querce e ginestre, capre e ghiandaie, mufloni e tinche, e tutte le creature che cercando scampo dalle fiamme hanno invece incontrato il velo della Morte.

Il messaggio è chiaro: siamo qua per essere Guardiani della Terra, siamo qua per supportarci, siamo qua per vivere in comunità che aspirano all’armonia e all’amore incondizionato.

Subito le fiamme ci hanno smosso. Chi è scappato dalla fiamme, trovandosi circondato. Chi è corso a fermare il fuoco, con o senza uniforme. Chi ha soccorso gli animali ustionati. Chi si è prodigato a coordinare e raccogliere aiuti per le località colpite. Chi è andato nei luoghi di potere a pregare che tutto suonasse secondo l’orchestra celeste.
Chi appena ha potuto ha mollato la propria quotidianità per offrire un cuore e due braccia. Chi ha fatto vibrare le corde di una chitarra per tirare su gli animi.

foto di Sirio

I nostri cuori e le nostre braccia sono partite l’ultimo Venerdì di Luglio per il Montiferru, per ricongiungersi a Baumela. Una comunità che dal 2008 abita e cura una grande estensione di foresta e si è trovata coinvolta fortemente dai roghi.
Il rispetto, la condivisione e la sacralità sono i principi che hanno guidato questo piccolo villaggio, e che lo hanno protetto dalle fiamme da cui è stato circondato. Principi che hanno guidato tante mani umili al servizio, prima, durante e dopo l’incendio.

Di Baumela possiamo raccontarvi gli occhi, gli sguardi che osservavano dentro ma anche lontano. Possiamo raccontarvi il peso dei bidoni trasportati da catene umane nelle scarpate scoscese e coperte di cenere sdrucciola, su e giù tra l’acqua del fiume e il fuoco dei ceppi, peso che diventa più leggero quanto più è unita la catena. Possiamo raccontarvi della preoccupazione di mettere in piedi una cucina funzionale e sfamare ogni giorno 20 o 30 bocche diverse e di come ogni giorno ci siamo resi conto che, come per magia, il cibo in tavola risultava più che abbondante. .


Di Baumela vogliamo raccontarvi che avevamo voglia di unirci in cerchio, e che questo cerchio è stato possibile solo talvolta. E che dai cerchi che non si sono creati abbiamo imparato che siamo chiamati in prima persona a fare cerchio, tutti e tutte. Nessuno si accomoda al cerchio degli altri perché il cerchio è cosa di tutti e non si può forzare.
Di Baumela vogliamo raccontarvi la cenere che inizia a perdita d’occhio aldilà di un sentiero verde che pareva interminabile, o la magia di un germoglio che spunta in mezzo ai carboni appena spenti.
Non solo le ghiandaie che tornavano a popolare la selva rimasta, ma anche dei cadaveri delle capre da seppellire su in montagna. Di come in quelle carcasse per noi maleodoranti già brulicava altra vita.


Di Baumela vi raccontiamo di come ci siamo voluti immensamente bene nell’aiutare colui che è un altro te stesso.
Di come ci siamo sentiti fratelli e sorelle, corpi sporchi e cuori puliti, in un abbraccio senza fine.


È richiesto l’ impegno di ogni essere maestoso, poiché è nella comunità priva di etichette la via di fuga dal vortice di effetti che incombe sull’umanità che, con il proprio libero arbitrio, ha scelto di sentirsi non connesso al tutto.

Siamo consapevoli che l’incendio abbia distrutto ben oltre i boschi intorno a Baumela.
Eppure questo luogo abbiamo scelto per la nostra osservazione, perché in questi anni i tanti tentativi fatti per ristabilire un dialogo uomo-natura lo rendono un esempio di mondo possibile da cui ripartire dopo qualunque catastrofe.
Qui abbiamo visto il miracolo della vita: un piccolo cuore pulsante ancora verde in mezzo alla cenere, creato da chi in questi anni ha abitato la foresta, pulendola, gestendola, vivendola e amandola. Preservato da chi, per sette giorni dopo i grandi roghi, seguendo il proprio sentire e senza alcun obbligo, ha sudato per portare acqua sui focolai che alle prime folate di vento nuovamente fumavano.

E’ il battito di questi piccoli cuori verdi e pulsanti di tutto il mondo che FelicitasMundi ha l’intento di amplificare e diffondere, affinché si manifesti nella materia l’Opera di Insieme che siamo chiamati a realizzare.
Ci facciamo ponte verso quel mondo possibile, già in atto e sempre più visibile da parte di chi non alimenta più i mondi dell’illusione.
Vogliamo essere un approdo, un porto sicuro per coloro che vogliono mostrare il proprio esempio di vita secondo etica e sostenibilità.
Vogliamo che ognuno impari ad essere un faro, capace di partecipare al movimento di luce in atto in questa fase temporale.
Vogliamo essere una piazza in cui spendere i nostri talenti e una scuola in cui educarci all’empatia e alla benevolenza, alle conoscenze antiche e ai nuovi saperi, al contatto con la natura.

A cura di Gabriele ed Andrea

Pubblicato da FelicitasMundi

Felicitas Mundi significa la felicità del mondo, a questa proposizione è stato aggiunto il sottotitolo, “il mondo che vorrei” e tutto l’insieme aspira ad un modello: UBUNTU. Ubuntu è un termine africano che richiama ad un’etica, ad un modello di vita basato sulla compassione e condivisione perché tutto il suo valore è racchiuso con potenza nella traduzione del significato: IO SONO PERCHE’ NOI SIAMO Suo ambasciatore è stato Nelson Mandela: «In Africa esiste un concetto noto come Ubuntu, il senso profondo dell’essere umani solo attraverso l’umanità degli altri; se concluderemo qualcosa al mondo sarà grazie al lavoro e alla realizzazione degli altri,»

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