Luna Nera d’autunno e l’esigenza di lasciar andare…

La delicatezza della prima luna nuova di autunno ci fa attraversare il traguardo dopo l’estate.
Abbiamo fatto scorta dei doni che Madre Natura ci ha dato e adesso facciamo i conti con ciò che abbiamo per quel che possiamo fare.

Al sole si sta bene, all’ombra fa freddo; è molto bello poter osservare questo anche in noi, e riconoscere quali siano le aree dei nostri pensieri che ci rinnovano un ricordo vitale, e quando ci lasciamo disncantare spostandoci nella zona buia.
L’autunno, soprattutto nel suo immettersi deciso, apre lo sguardo su qualcosa a cui siamo rimasti ancora attaccati, scuotendoci in modo piuttosto impietoso per certi versi, ma giusto.



L’attaccamento è l’illusione che non ci permette di procedere liberamente fin quando non ci accorgiamo che siamo ancorati a qualcosa che non esiste più.
Con quel feroce modo di non voler lasciare andare ci precludiamo occasioni uniche di adattarci a nuove modalità, sicuramente più consone al nostro modo di essere che procede in direzione crescente anche quando non sembra.
Si parla di circostanze, di vecchi schemi, di quel che noi crediamo di essere in modo inamovibile. Ma il tempo passa e smussare alcuni lati aiuta a muoverci come l’acqua, liberi di assumere uno stadio solido, liquido o gassoso perché nessuno ce lo impedisce.
Non si tratta di essere incoerenti, ma di essere sé e scoprire le proprie qualità.

Torna in mente una canzone degli Articoli 31, “cara mia ex, la luna non c’è” nel quale J-Ax ripercorre momenti di storia e di quotidianità.
Ci si lascia seguire da quell’ombra ma in realtà, l’attaccamento siamo noi a deciderlo, ogni qual volta che un ricordo ci vincola ossessivamente a rispettare la regola di un gioco. Il gioco, vi ricordo, lo creiamo noi, le regole le facciamo noi, e per quanto la malinconia sia anche piacevole nella sua rievocazione di memorie, è bello poter sorridere, non senza gli occhi lucidi, e scegliere di lasciar andare…
“Sarà la pioggia, la notte che… Saranno solo rimorsi, fumo e caffè”.



Ciò a cui rimaniamo legati talvolta non è una persona o una circostanza, ma è l’investimento, l’attenzione, la cura, l’entusiasmo che noi stessi abbiamo impiegato e donato, nel tempo e nella perseveranza. Crediamo che tutte queste caratteristiche siano dipendenti da altro, da qualcosa di esterno a noi, invece potremmo sorprenderci nello scoprire che quelle meraviglie sono nostre, che il tocco magico è una nostra finezza, ed abbiamo solo imparato ad applicarla.
Il modo migliore perché ciò non vada perduto è ringraziare tutto questo, il motore che ci ha fatto scoprire la forza sovrumana di creare e muovere energia, e iniziare a nutrire con più saggezza il nostro avvenire.
Non a caso l’autunno si apre nel segno della Bilancia, nel ritornare in equilibrio, mettere ordine, prendere la decisione per progredire. Questa volta si introduce in sordina, con la luna nera che vuole insegnarci a dare il giusto posto alle ombre, prima di affrontare una nuova fase.

A cura di Francesca Shissandra

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