Mio Figlio: Il mio Maestro di vita

Non esiste un solo modo o un modo che possa essere considerato “giusto” per crescere i bambini,
ma tanti modi diversi quante sono le culture e, potremmo aggiungere, quanti sono i bambini perché,
come ogni genitore sa, ciò che è adatto per un figlio non è detto che lo sia per tutti gli altri.
(Balsamo, in La casa di tutti i colori, 2002, p. 155)

FelicitasMundi è formato da tanti cuori colorati e in costante movimento, scintille divine che danno attenzione alle esperienze che possono poi essere d’esempio e dare forza a chi si avvicina verso quelle modalità umane e calorose di vivere la vita, lì dove la vita parte dall’ascolto del Sé e della natura che costantemente respira e ci sostiene.

Il nostro racconto collettivo delle famiglie, delle mamme e dei luoghi di educazione, oggi passa attraverso le parole di Diana, che si è unita alla tribù con il cerchio di Schignano a Como.

Buona lettura…

Introduzione

Mi presento, mi chiamo Diana e sono nata il 4 ,11, 77 . Sono mamma di due bambini, Lucrezia Serena nata il 27 febbraio 2006 e Leonardo Felice nato il 5 febbraio 2010.
L’esperienza di madre ha trasformato totalmente il mio modo di vedere la vita e la sua percezione, da allora il cambiamento che è avvenuto all’interno di me, piano piano ha creato una trasformazione anche a livello lavorativo; ho seguito diversi percorsi studiando Reiki, Ayurveda, Costellazioni, e sono consulente olistica.


Ciò che mi sta più a cuore, è poter trasmettere a più persone la mia esperienza di vita da quando sono diventata mamma, per me il figlio è il maestro dentro di te: il bambino.

Se ci mettiamo in una posizione da osservatore, con empatia, amore e senza giudizio, con mente aperta, e pronta ad accogliere, risveglia la divinità che è in noi. Io questo lo chiamo: la magia di essere madre.
Sì, perché tutto diventa proprio come una magia, una magia che come tutto ciò che avviene in natura, si compie ogni giorno davanti ai nostri occhi, senza sforzo e con spontaneità, che trasformerà in noi le ombre in luce, il piombo in oro, per riscoprire la nostra gloria e la meraviglia che risiede in tutti noi. Basta semplicemente fermarsi ad ascoltare il sacro silenzio dell’anima.


I temi che voglio trattare sono diversi, tutti inerenti all’esperienza di essere genitore, partendo dalla fase ancor prima del concepimento, momento estremamente importante, e di come il bambino si debba già sentire desiderato e amato, il momento del distacco e come può avvenire in modo spontaneo, senza frustrazioni e conflitti. Tutti passaggi molto importanti, soprattutto il momento prima del concepimento: desiderare profondamente il bambino.
L’origine della parola “desiderare” vuol dire stare “sotto le stelle in attesa di qualcosa”
dal latino de-sideribus. Questo forte desiderio ci metterà già in alto, in una posizione di accettazione, gioia infinita quando lui poi ci avrà scelto come genitori, poi ci sarà l’accoglierlo dentro di noi nel nostro grembo, “accogliere” infatti significa ricevere qualcuno, accettare.
Poi la nascita, la luce, l’ispirazione, la vita. Poi l’allattamento al seno, il bambino che da solo trova il capezzolo, si attacca a te per nutrirsi totalmente con il tuo corpo e ti guarda dritto negli occhi, ti scruta con sguardo penetrante; in questa fase avviene il riconoscimento a livello animico, perché le due anime, mamma e figlio, si sono già conosciute in altre vite passate. Questa fase dell’allattamento, occhi negli occhi tra madre e figlio, se vissuta con totale pace interiore e silenzio dal mondo esterno, crea una dimensione di meditazione naturale, non forzata, e ci permette di ascoltare la nostra propria essenza, il nostro intuito, e quella voce interiore che viene dal cuore che ci permette di compiere ciò che è in risonanza tra noi e il nostro bambino.


Purtroppo nella nostra era siamo in continuo conflitto tra un bisogno biologico è un bisogno culturale e sociale, che dentro di noi spesso sono in conflitto. Un semplice esempio: vorrei tenere il bambino a dormire in camera con noi genitori… No, la società dice che i bambini devono dormire nella loro cameretta separata dai genitori. O si segue la natura umana o la si combatte, se la si combatte si hanno problemi, se la si asseconda, la vita di genitore risulta molto più confortevole. L’allattamento al seno oltre che a donare nutrimento e un milione di benefici a mamma e bambino, come potete leggere nel libro “Un dono per tutta la vita” di Carlos Gonzalez, serve proprio per attivare questo riconoscimento e ascolto in uno stato consapevole.

Ecco perché è importantissimo che, se il bambino dovesse venir nutrito artificialmente, debba essere esclusivamente la madre a dare il biberon al proprio figlio.
Già solo queste tre fasi: desiderare, accogliere, riconoscere, costituiscono le basi, come le radici in una pianta, nel rapporto genitore bambino, in un’armonia e naturalezza. Allora tutto il resto avverrà molto semplicemente, con spontaneità, senza la paura di sbagliare o dubbi da parte della madre.
E grazie a questi passaggi basilari, avremo tra le braccia il nostro maestro di vita che ci educherà ad essere i giusti genitori per lui.

A cura di Diana

Foto di Francesca M. Romolo (anno 2012)

Pubblicato da FelicitasMundi

Felicitas Mundi significa la felicità del mondo, a questa proposizione è stato aggiunto il sottotitolo, “il mondo che vorrei” e tutto l’insieme aspira ad un modello: UBUNTU. Ubuntu è un termine africano che richiama ad un’etica, ad un modello di vita basato sulla compassione e condivisione perché tutto il suo valore è racchiuso con potenza nella traduzione del significato: IO SONO PERCHE’ NOI SIAMO Suo ambasciatore è stato Nelson Mandela: «In Africa esiste un concetto noto come Ubuntu, il senso profondo dell’essere umani solo attraverso l’umanità degli altri; se concluderemo qualcosa al mondo sarà grazie al lavoro e alla realizzazione degli altri,»

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