Messaggio e messaggero: angeli travestiti da mortali – Tarocchi e Luna Piena

Alcuni messaggi arrivano a noi, dopo aver superato onde impetuose, tempeste, navi che risvegliano i fondali. Alcuni messaggi portano con sé la memoria di un abisso…
Riceverlo talvolta è più simile a doversi scansare una molotov poiché non siamo più capaci di distinguere una bomba da una comunicazione che giunge dal mare. Spesso accade di entrare in contrasto con ciò che ci viene detto, dato anche dal giudizio, zoccolo duro da debellare, incastrato nella modalità “on” quando siamo in ascolto.

Quando ci approcciamo a chi è di fronte a noi non possiamo fare a meno di accendere tutte le nostre antenne, punti di riferimento saldamente costruiti nel nostro percorso di vita. Queste ci fanno riconoscere un oggetto in base a quella che è la nostra esperienza di quell’oggetto e, perdonate il gioco di parole, ma è estremamente soggettivo.
È un modo per entrare in contatto, ma nella maggior parte dei casi è un’illusione che ci impedisce di vedere bene chi si ha di fronte mettendoci un velo, un filtro.

Se a volte è utile, poiché si suppone che le persone che incontriamo vibrino alla nostra frequenza anche solo per un istante, in momenti diversi è indispensabile fare uno sforzo, talvolta un grande salto di maturità. Imprimiamo nella nostra comunicazione il Caduceo, bastone di Mercurio, simbolo di sapienza e immortalità, poiché le parole non è vero che volano via, bensì intagliano delle strade nella nostra mente e nel nostro cuore. Per questo è fondamentale rivolgersi alla sapienza per rendere consapevole tanto ciò che esce dalla nostra bocca, quanto ciò che entra nelle nostre orecchie.
Fermarsi, ascoltare bene, distinguere il messaggio dal messaggero, superando la barriera di pregiudizi perchè, come canta Umberto Tozzi, “gli altri siamo noi”.

Da questo punto di osservazione ci ritroveremo a trattare l’altro come noi stessi, e qui si innesca il meccanismo della prossima lezione da imparare: come ci trattiamo noi? Quanto siamo severi o compassionevoli nei nostri riguardi? È proprio necessario sparare il messaggero e bruciare all’istante il messaggio che ha da rivolgerci?

Tarocchi Rider Waite: cavaliere di coppe, la Temperanza, regina di coppe.


Con la Temperanza abbiamo non solo il sagittario, ma anche la riconnessione, la comunicazione che torna a fluire e che in questo travaso evidenzia la propria individualità che scorre da una coppa all’altra attraverso l’acqua, il simbolo del legame per eccellenza. Guarire i nostri pensieri significa avere una comunicazione sana, e la caparbietà e tempra che ci rende fiduciosi che non una sola goccia di questo fiume va perduta.
Se in questo momento storico la comunicazione rischia di diventare sempre più complicata, sarebbe importante svuotarsi, accogliere la buona novella così come le parole scomode che ci fanno sobbalzare sulla sedia in un impeto di difesa e di orgoglio.

Questa Luna Piena illumina sia il messaggio che il messaggero, non sorprendiamoci se non arriva una figura come l’Arcangelo Gabriele, possiamo essere noi in grado di scorgerlo, travestito da qualcuno a cui non daremmo il minimo di credibilità, ma le comunicazioni arrivano in modi inaspettati. Del resto prosegue Tozzi “Ci somigliano, angeli avvoltoi, come specchi gli occhi nei volti, perché gli altri siamo noi” e ancora “Ci sorridono di malinconia e tutti vittime e carnefici, tanto prima o poi gli altri siamo noi”.
Sperimentiamo questa natura soave, meravigliamocene e trasmutiamo alchemicamente il messaggio, lasciamo che sia la nostra anima a scegliere, non la nostra testa.

A cura di Francesca Shissandra

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