Delle 101 storie zen me ne ha colpita una che cita “aprite la stanza del tesoro e usate quei tesori!”
Trovo che sia la frase migliore per introdurre il 2023, l’anno del Bagatto o del Mago.
Nel corso del 2020 e 2021 abbiamo avuto un processo di catarsi molto forte. Ogni persona, in base alle proprie conoscenze ha avuto modo di vivere tale procedimento, accorgendosi che non se ne poteva più di una vita robotizzata e anestetizzata nella quale le emozioni più colorite venivano represse nel disincanto.
Questo salasso è stato per tutti doloroso fino allo sbocciare del 2022, un anno all’insegna del tentativo, del ristabilire delle priorità, della riscoperta di sé in nuovi ambiti, partendo da zero, come fossimo appena nati.
È un tempo in cui si raccolgono i frutti di quel “salto di fede” e noteremo dove i semi hanno attecchito e dove no.
Prende piede una fase di gioco, nulla abbiamo quindi nulla da perdere nell’osare, adoperare tutti gli strumenti necessari per poter vedere piena la manifestazione dei nostri intenti.
Il Bagatto è un’alchimista che agisce al motto di “concentrazione senza sforzo”. Nel suo laboratorio muove gli elementi, crea e disfa in base alle proprie esigenze, conosce la reazione delle molecole e sperimenta sempre cose nuove.
La sua caratteristica si amplia su due fronti: è colui che mescolando ricava l’antidoto e il veleno, colui che fabbrica l’oro così come la moneta falsa. Starà a noi scegliere se leggerci un bluff, o creare valore autentico nonostante il sorriso sardonico.
Ciò che conta è che nel dualismo mantiene gli equilibri della lemniscata, l’infinito che non distingue l’inizio dalla fine e tutto viene rimesso in circolo, un’economia di energia che mira al raggiungimento dell’obiettivo semplicemente giocando e ridendo del risultato.

Il Bagatto è la carta dei tarocchi numero uno e si apre già con il trucco, una formula che per quanto sfacciata nasconde il segreto della magia, “in me mago agere”.
Se egli non avesse l’immaginazione non potrebbe collocarsi nel suo laboratorio alchemico, ne sperimentare l’ingegno. Immagina, e poi mette le sue conoscenze al servizio del disegno che fluttua nella sua testa, per far sì che diventi reale, materia, e non lesina, le prova tutte, senza sforzo.
Cominciamo l’anno del Mago con questo atteggiamento! Sicuri di ciò che abbiamo imparato, adoperando tutti gli strumenti a disposizione per muovere la magia della realizzazione. Così ritorniamo all’incentivo all’inizio del testo: Aprite la stanza del tesoro e usate quei tesori!
A cura di Francesca Shissandra