
Oggi vi racconto della pizza di Pasqua che mi trovo a preparare in questo momento dell’anno.
Quello che sarà di grande piacere per il palato lo sarà ancor prima per l’olfatto: ” Un intenso profumo di anice verde e massa lievitata si diffonde nella stanza, i sensi si attivano collegando immagini e memorie antiche”.
Quante donne!
Mia madre, le mie nonne ed a ritroso la catena delle antenate che ci hanno preceduto! In questa preparazione, loro lavoravano assieme impasti giganteschi perché, la tradizione voleva che fossero 40 le uova usate come 40 sono i giorni di Quaresima.
La massa lievitava per due giorni al calduccio della madia, veniva poi cotta nel forno a legna della casa.
Il mio impasto è ben ridotto ma l’attenzione alla sacralità del momento insieme con la ricetta della tradizione è la stessa.
La spianata di Pasqua prodotta con lievito madre e farine di grani antichi viene preparata il giovedì santo, una candela accesa è sul tavolo a ricordare la luce pura e la presenza nei gesti, ma anche a dar luce all’interno, a cosa voglio che nella mia vita prenda forma.
Il sabato dopo la lunga lievitazione e cottura la pizza viene portata in chiesa per essere benedetta insieme alle uova sode. Entrambe saranno il primo cibo consumato nella colazione di Pasqua un cibo benedicente e di alta vibrazione per tutto ciò che porta con sé… un atto d’amore.
Testo di Roberta