Oggi mi sono trovata a portare memoria di questa celebrazione praticata anticamente esclusivamente dalle donne.

Ho sentito che fosse un momento importante per onorare la sorellanza affinché la forza debole possa essere guida e portare equilibrio nelle parti.
I fili del fato mi hanno portata e ritrovarmi con due donne custodi della memoria, l’antropologa Adriana Gandolfi ed Anna Anconitano, ricercatrice di balli antichi.
Che gioia!!

Il primo giorno di maggio e quello con maggior valore simbolico: segna l’inizio di un periodo straordinario connesso al risveglio della natura dopo il lungo sonno invernale e nell’entroterra del Abruzzo a San Giovanni Lipioni le feste legate al culto di Maja e della dea Bona sono ancora tanto vive e partecipate, seppure i festeggiamenti sono un connubio tra sacro e profano.
Al mattino del giorno precedente la festa, gruppi di uomini e donne si recano nei boschi di quercia che caratterizzano questo territorio per raccogliere i ciclamini( Cyclamen repandum); questi saranno il principale decoro della corona chiamata”Lu Maj” che, dopo essere stata benedetta sarà portata a spalla di casa in casa e mazzetti di ciclamini saranno donati con canti benedicenti e grande allegria.

La scelta dei ciclamini non è casuale, raffigurano nella loro forma dei veri e propri uteri vegetali, che accompagnati alle spighe di cereali ed agli iris bianchi, donano e propiziano fertilità e abbondanza.
Utero, fertilità e guarigione questi i simboli del Majo e benedizione per tutte noi.

A cura di Roberta Vimala