Per fare il Kefir d’acqua ci vogliono dei grani che si chiamano tibicos.
Si passano da persona a persona, in dono.
Si mette un cucchiaio di zucchero per ogni mezzo litro d’acqua, una fetta di limone, due cucchiai di tibicos ed un frutto secco, che può essere fico, prugna, ma è preferibile usare il dattero.

Il contenitore deve essere possibilmente in vetro, con apertura larga, coperta con tovagliolo ed elastico.
Si lascia fermentare dalle 36/48ore, poi si toglie la fetta di limone e il dattero.
Con un colino di plastica si filtra tutto il liquido.
Nel contenitore vuoto si ri-prepara la soluzione di acqua e zucchero per il ciclo successivo, versando i granuli rimasti sul colino a scolare e si aggiunge una fetta di limone fresco e un dattero.
Il liquido filtrato viene messo in un contenitore di plastica alla quale si aggiunge frutta fresca, fragole, ciliege, pesca, per aiutare a consumare lo zucchero residuo.
Questa si chiama seconda fermentazione.
Questo processo rende la frizzantezza naturale.
Si usa il contenitore di plastica per un significato pratico, col formarsi dell’ anidride carbonica la plastica si deforma un po’ mentre il vetro può scoppiare.
Di Ivana, Casa di Lea Mondavio (Pu)